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Presidente Boccia, rilanci il rating Csr

13 Marzo 2017Penta Group

Il progetto di Boccia prevede l’asse con Abi per un rating che favorisca e valorizzi la sostenibilità. È la risposta alla richiesta di strumenti avanzata dalle imprese, e alla richiesta di label da parte della finanza Sri. Peraltro, la base normativa esiste già

editoriale_blu_homeL’attuale presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha avuto l’idea che potrebbe spingere avanti di decenni l’Italia nel campo del business responsabile. Superando d’un balzo non solo le problematiche di monitoraggio, asseverazione e comunicazione che riguardano le aziende. Ma anche le problematiche di trasparenza che riguardano il mondo della finanza Sri (cosa è davvero socially responsible investing?). Di fatto, l’idea di Boccia spalancherebbe definitivamente la porta tra la Csr e la finanza responsabile.

LA RICERCA DI UNA BUSSOLA

Una delle problematiche cruciali è quella di aiutare gli operatori a orientarsi nel complesso mondo dell’economia e della finanza responsabili. Nei giorni scorsi, un’analisi di Ernst & Young ha messo in evidenza come le aziende richiedano “strumenti”. In particolare, il 62,2% delle imprese italiane chiede un tool dedicato per valutare fino a che punto la sostenibilità è integrata nella propria azienda.

Il problema è simmetrico sul fronte finanziario. C’è un’ampia parte del mercato (che va dal retail e arriva ai grandi detentori di patrimoni) che ha bisogno di orientarsi negli Sri. Non è un caso che, nel corso dell’ultimo anno, siano nate (o si siano riposizionate) diverse label. L’ultimo esempio arriva dai Paesi del Nord Europa, dove la Nordic Swan Ecolabel, organizzazione paragovernativa, ha annunciato che entro giugno inizierà a certificare anche i fondi di investimento sostenibili. Nel 2016, una scelta del genere era stata fatta dalla LuxFlag lussemburghese, mentre in Francia, sempre lo scorso anno, è partita una label di Stato.

LA BUSSOLA DI BOCCIA

Ebbene, l’idea del presidente Boccia è stata: «Sarebbe bene valutare insieme all’Abi l’idea di un rating sulla responsabilità sociale dell’impresa in una chiave di lettura complementare al bilancio in termini qualitativi e quantitativi». Dunque, creare un asse con la finanza (l’Abi) per incentivare, aiutare e valorizzare gli sforzi verso la Csr integrata.

Quell’idea trova oggi le migliori condizioni per essere realizzata.

Sul piano regolamentare, l’Italia è divenuto il Paese con gli strumenti normativi più avanzati per affrontare la questione. Si è dotato di un rating di legalità, gestito dall’Antitrust, che valuta anche la qualità di Csr di un’azienda. Ha recepito la direttiva europea non financial, nel modo più duro a livello continentale, dando un evidente potere all’authority dei mercati finanziari (la Consob) nel vigilare sull’obbligo di adozione delle informazioni environmental, social and governance (Esg). Dunque, a livello legislativo, l’Italia ha già un sistema che presenta aspetti premianti (il rating) e aspetti coercitivi (la non financial).

Sul piano del contesto, l’attenzione a queste tematiche è al massimo. Così come continua a evidenziarsi una enorme carenza di conoscenza e informazioni (si veda l’Associazione italiana private banking che ancora non distingue tra investimenti Sri e filantropia!)

In questo scenario, il sistema ha l’occasione di recepire la sostenibilità come chiave che unisca concretamente la finanza all’economia reale. All’asse Confindustria-Abi immaginato da Boccia, potrebbe aggiungersi la parte pubblica: per produrre un rating della Csr che tenga conto dei parametri che già ci esistono, che offra l’aiuto richiesto dalle aziende che intendono muoversi su questa strada, che funga da riferimento concreto e ufficiale per eventuali declinazioni in label finanziaria.

LE OCCASIONI DI CONFINDUSTRIA

Un esempio concreto? Inserire questo “rating-Boccia” tra i parametri che un’azienda deve avere per rientrare nei portafogli dei Pir (i Piani individuali di risparmio, dove ci si attende confluiscano parecchi miliardi nei prossimi anni, alla luce delle notevoli agevolazioni fiscali). L’idea era già arrivata nelle retrovie del Parlamento. Forse, basterebbe un piccolo sforzo per l’ultimo passo.

Certo, il lavoro per una simile etichetta sarebbe complesso. Ma l’effetto positivo sarebbe enorme: quanto vale riuscire finalmente a condensare il fronte della Csr e quello della finanza Sri, con uno strumento che agisca da volano per entrambi?

L’idea è stata espressa da Boccia quando era a capo del comitato tecnico Credito e finanza di Confindustria. Oggi che è diventato il presidente di viale dell’Astronomia, e che ha già compiuto passi concreti per la Csr, dovrebbe trasformare quell’idea in una leva per la politica economica del Paese.

ETicaNews parlerà di queste tematiche alla Conference sull’Integrated Governance di giugno. Nella squadra del progetto, Confindustria è già presente.

Potrebbe essere il percorso giusto per rilanciare quell’idea.

Fonte: articolo ripreso integralmente da ETicaNews, dove è stato pubblicato in data 13 marzo 2017

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